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Rassegna stampa dell 11 novembre 2017

La Repubblica ed. Napoli

La Finanza bussa a Città della Scienza

Acquisiti bilanci e verbali del cda Riflettori dei pm sui conti dell’ Idis dopo lo scontro nella Fondazione

HANNO bussato alle porte di Città della Scienza alle 11 di ieri mattina. Hanno trovato i lavoratori che — in assemblea permanente — bloccavano gli accessi. Ma gli uomini della Guardia di finanza non si sono fermati. E per oltre 6 ore hanno rovistato tra i documenti della Fondazione Idis, guardando soprattutto bilanci e verbali delle riunioni del consiglio di amministrazione. Una indagine conoscitiva disposta dal pubblico ministero Roberto Pirro Balatto, del pool criminalità economica, con la supervisione del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli.
Riflettori puntati sui conti che non tornano. Sulle sofferenze finanziarie che superano i 13 milioni di euro, sui debiti, sulle spese, sui mille rivoli che hanno disperso, in questi ultimi anni, ingenti risorse. Riflettori puntati sul bilancio del 2016, che secondo il cronoprogramma della Fondazione doveva essere definitivamente approvato dall’ assemblea dei soci la prossima settimana, e sul bilancio relativo all’ anno in corso. Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, guidato dal colonnello Giovanni Salerno, è giunto in via Coroglio, nella sede legale della Fondazione Idis, per un’ indagine conoscitiva scaturita dagli esposti presentati, agli inizi di ottobre, dal professore Vittorio Silvestrini, presidente della Fondazione, e dal responsabile dell’ ufficio legale di Città della Scienza, l’ avvocato Raffaele D’ Angiò. Esposti cui sono seguiti articoli di stampa e repliche, anche queste acquisite dalla magistratura, delle controparti.
Che sono, nel caso specifico, l’ ex segretario generale Vincenzo Lipardi (le cui dimissioni, ritirate e respinte da parte del cda, hanno dato la stura ai dissidi interni che stanno facendo implodere Città della Scienza) e i componenti del cda (non tutti) stretti attorno al vicepresidente Adriano Giannola.
La Guardia di finanza ha spulciato tra le carte fino alle 5 del pomeriggio. Esaminando anche le relazioni di accompagnamento ai bilanci, pagine su pagine predisposte dal collegio sindacale, per verificare che tutte le voci dei bilanci, e le relative somme, fossero giustificate. Accertamenti preliminari che non hanno, per ora, né indagati né ipotesi di reato.
Reati difficili da individuare prima che la magistratura abbia fatto chiarezza sulla natura giuridica della Fondazione, che è ente di diritto privato, ma, vivendo di finanziamenti pubblici, deve sottostare alle norme del diritto pubblico. Idis è ente dipendente dalla Regione, che non è solo il suo principale finanziatore, ma permette a Città della Scienza di vivere incassando grazie alle sue commesse, ottenute senza che ci siano gare pubbliche proprio perché Città della Scienza è ente strumentale della Regione.
La sua gestione, però, è stata tutt’ altro che brillante se i lavoratori non recepiscono lo stipendio da luglio, se si ipotizzano licenziamenti e decurtazioni in busta paga, se le sofferenze finanziarie lievitano col trascorrere del tempo: nel 2014 erano di 2 milioni e 700 mila euro, l’ anno seguente già arrivavano a 4 milioni e 600 mila, ma nel 2016 schizzano ad oltre 10 milioni. I 15 milioni dell’ indennizzo assicurativo sono arrivati, ed è per questo che l’ anno dopo l’ incendio i conti erano meno allarmanti, ma adesso se ne sono praticamente persi i benefici. E solo per il 2016 le perdite certificate sono di 2 milioni e 300 mila euro, che si ripeteranno per l’ anno in corso. Cifre cui Giannola e Lipardi hanno opposto crediti e investimenti. Ma da adesso sarà la Finanza a fare luce. E non solo sui bilanci, ma anche sul coacervo di possibili irregolarità e violazioni denunciate all’ autorità giudiziaria: verbali non condivisi, ipotesi di retrodatazioni e manomissioni, convocazioni del cda fatte non dal presidente Silvestrini, come prevede lo Statuto, ma da altri, manomettendo, secondo l’ accusa, il telefono del responsabile dell’ Ufficio legale della Fondazione. Non è la prima volta che la Guardia di finanza entra negli uffici della Fondazione. E non è la prima volta che se ne occupa il pm Pirro Balatto: è lui il titolare, infatti, di una inchiesta di qualche anno fa sulla gestione della Fondazione, uno stralcio dell’ inchiesta sull’ attentato incendiario che nel 2013 distrusse lo Science center.

Il Mattino

Caos Città della Scienza Gdf,indagine sui bilanci
Conti in rosso e veleni, ai raggi x finanziamenti e donazioni

Quando si è sparsa la voce che erano arrivati i finanzieri, è stato un crescendo di commenti via whatsapp: «Ci sono», «ci stanno quelli della Finanza», «sono arrivati», «mo se la vede la Tributaria».
Messaggini di questo tipo tra impiegati, operai, dirigenti, che hanno scandito il blitz della Finanza negli uffici della Fondazione Idis, lì nel centro nevralgico di Città della scienza. Un blitz annunciato da tempo, almeno alla luce delle denunce su quanto avvenuto negli ultimi quattro anni sulle sponde di Coroglio.
Chiara la missione del nucleo di polizia tributaria agli ordini del colonnello Giovanni Salerno: sono stati acquisite le carte contabili, a partire dal bilancio dello scorso anno, ma anche i documenti su cui farà leva il bilancio da presentare nei prossimi mesi. Obiettivo è scattare una istantanea sulla condizione economica del museo, anche per rispondere a denunce e inchieste (per ora solo di carattere giornalistico) sulla crisi che è tornata ad abbattersi sul museo di Napoli ovest a quattro anni dall’ incendio che distrusse due terzi degli impianti.
Inchiesta coordinata dal pm Roberto Pirro Balatto, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, capo del pool reati finanziari della Procura di Gianni Melillo, che punta a fare luce sulla gestione dei conti. Come è noto, dopo l’ incendio del 2013, Fondazione Idis ha capitalizzato il premio di una polizza di assicurazione che era stata accesa due anni prima dell’ incendio (intorno ai 13 milioni di euro), oltre a raccogliere il sostegno della gara di solidarietà organizzata sull’ onda emotiva dello choc per la distruzione dell’ incendio. Milioni di euro che vanno uniti anche ai finanziamenti regionali e che, da quanto sembra di capire, non sono bastati a garantire una navigazione serena per i timonieri del museo di Bagnoli. Insomma, situazione reddituale, bilanci depositati, previsioni di bilancio e quant’ altro ancora sia in grado di rappresentare la grande crisi che è divampata sul polo museale. Inchiesta al momento priva di indagati, primo obiettivo è capire come stanno le cose. Poi saranno ascoltati alcuni dirigenti, che potrebbero essere i primi testimoni della nuova indagine sui conti di città della scienza. Non si parte da zero, comunque, a giudicare dalle carte trasmesse anni fa dal pool anticamorra, all’ epoca impegnato sull’ incendio doloso del tre marzo 2013, di fronte a una scelta operata per distinguere gli ambiti di lavoro. È così che alla Dda rimasero le carte legate al rogo, per le quali è stato condannato a sei anni l’ ex vigilante di turno la notte dell’ incendio; dall’ altro, tutte le carte legate alla situazione contabile e finanziaria sono state trasmesse al pool che si occupa di questi reati specifici. Ora, questo secondo fascicolo si arricchisce di nuovi documenti e testimonianze.
Possibile che, dopo una prima lettura dei documenti acquisiti, si arrivi a convocare Vittorio Silvestrini, storico patron di Città della scienza, e il segretario generale Vincenzo Lipardi. Due protagonisti della gestione del museo della scienza, per anni in piena sintonia e di recente si sono attestati su posizioni opposte, provocando una spaccatura all’ interno del consiglio di amministrazione della Fondazione. E non è tutto.
Possibile che nei prossimi giorni vengano anche ascoltati operai e leader delle maestranze, che da tempo sono in agitazione per la mancanza di stipendi da parte dell’ ente. Conti alla mano, Città della scienza è tornata in condizioni di profondo rosso. Stando a fonti interne, parte dei milioni incassati con la polizza antincendio sono stati versati su alcuni mutui, altri soldi sono stati corrisposti a impiegati e operai, poi si è cercato di ricostruire alcuni capannoni andati distrutti. Diverso invece il discorso legato ai finanziamenti pubblici, sicuramente una voce meno sostanziosa rispetto agli anni d’ oro. Poi ci sono gli incassi, i ticket per eventi e manifestazioni, altro canale sempre più asfittico negli anni della ristrutturazione. Un intero mondo economico ora finisce sotto i riflettori della Finanza, in uno scenario in cui le denunce incrociate di questi mesi rischiano di alimentare nuovi percorsi investigativi.

Corriere Del Mezzogiorno

Blitz a Città della Scienza: la Procura apre un’ inchiesta e invia la Finanza a Coroglio
Verifiche sui bilanci, militari per nove ore nella Fondazione
napoli Città della Scienza, dopo esposti e veleni scatta l’ inchiesta. Ieri mattina il pm Roberto Pirro Balatto, della sezione criminalità economica coordinata dall’ aggiunto Vincenzo Piscitelli, ha inviato il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza negli uffici della Fondazione di Coroglio. Per ben nove ore gli uomini del colonnello Giovanni Salerno hanno chiesto ai responsabili dell’ amministrazione di fornire documenti e file, fotocopiando molti fogli e caricando tutto in auto. L’ inchiesta, avviata dopo le polemiche di cui i giornali hanno scritto negli ultimi tempi, è ancora agli inizi e di conseguenza non ci sono indagati. I pm intendono soffermarsi in particolare sulla gestione dei fondi e sullo stato di insolvenza, verificando la contabilità.
Per la seconda volta in pochi anni, dunque, la Procura torna ad occuparsi della gestione della Fondazione. Lo avevano fatto altri magistrati, Michele Del Prete e Ida Teresi, dopo l’ incendio che nel 2013 distrusse la struttura. Per l’ incendio doloso e il disastro doloso è stato condannato a sei anni un ex custode, Paolo Cammarota. E nelle motivazioni della sentenza il gup Maria Aschettino ha scritto cose precise: «Le indagini hanno dimostrato il disordine nella gestione economica della Fondazione», come emerge da una telefonata intercettata a Vittorio Silvestrini, «all’ origine della scelta di disertare una riunione del governo dove al secondo punto dell’ ordine del giorno era stata posta la gestione economica dell’ ente». Il giudice sottolineava anche «l’ irregolarità nella tenuta delle scritture contabili della Fondazione, delle quali erano ben consapevoli gli esponenti di vertice del gruppo tra cui Lipardi». Una traccia per il magistrato che ora ha avviato la nuova inchiesta.
Un esito prevedibile, quello di ieri, che lascia i lavoratori in una situazione sempre più ingarbugliata. Nei giorni scorsi sembrava essersi profilata una svolta con la diffida inviata dalla Regione a presidente e cda della Fondazione. Un documento che conteneva un preciso ultimatum: quindici giorni per mettere pace tra le parti e ristabilire la governance e il funzionamento della struttura.
Altrimenti, azzeramento e commissariamento. Che sembra poi la scelta politica per cui avrebbe optato il governatore De Luca. Una soluzione auspicata dallo stesso Silvestrini, ma al presidente non sono tuttavia piaciuti i toni della diffida. E ha rivendicato con una sua lettera i veri motivi dell’ impasse, dichiarando anche di aver fatto ricorso alle vie legali per chiarire alcuni punti controversi nelle battaglie degli ultimi mesi che lo hanno visto schierato contro cda e segretario generale Lipardi.
Ieri però Silvestrini ha dovuto occuparsi di altro: in mattinata era in sede e ha messo a disposizione della Finanza le carte della Fondazione. Nel pomeriggio poi è andato via, mentre proseguiva il lavoro della polizia tributaria.
Prosegue intanto la protesta dei lavoratori, che non percepiscono lo stipendio da quattro mesi e hanno bloccato tutte le attività, comprese quelle del museo Corporea inaugurato in pompa magna sei mesi fa e dichiarato fiore all’ occhiello del settore. E che ora ha le porte sbarrate.

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